
Questa è una storia di pianura, lungo le anse del Po. Un’avventura nuova anche per noi. Occupandomi di legno da sempre, in ebanisteria, scultura e restauro, conoscevo ovviamente la morta, o bog oak, in inglese.
Viene definito un legno semi-fossile: non ancora fossile, ma sulla strada per diventarlo. Molto noto il suo utilizzo per le pipe, ma anche per arredi di lusso. Partecipando a fiere internazionali recentemente abbiamo conosciuto un’azienda che commercializza bog oak, a cifre da capogiro. In quel momento ho collegato alcune intuizioni e ho deciso di approfondire delle ricerche che avevo iniziato tempo fa.

Sapevo che nel mondo i siti di torbiere dove si può trovare il bog oak sono molto rari, di solito in Nuova Zelanda, Irlanda e in Europa dell’Est. In Serbia e Croazia si trova morta di oltre 8000 anni, nelle paludi lungo le valli del Danubio e dei suoi affluenti.
Non ci sono informazioni riguardo a morta di origine italiana, almeno in rete. Eppure avevo parlato con persone che abitano vicino al Po e mi raccontavano di legni scuri molto pesanti che a volte dopo le piene si trovano semi sommersi nel letto del fiume. Ne sapevamo abbastanza per iniziare una nuova avventura!

Le caratteristiche tipiche del legno nel bog oak mutano man mano che la lignina viene sostituita dalle sostanze inorganiche, proprio in un processo di pietrificazione, che avviene in assenza di ossigeno e luce, in zone paludose. Man mano che passano i secoli, il legno diventa sempre più duro, compatto e scuro, o chiaro in base al tipo di terreno, mentre lascia andare anche i suoi profumi (per questo risulta ottimo per le pipe). Le essenze che si possono trovare in questo stato sono il pino, il tasso e la quercia, legni molto duri e che resistono nell’acqua.
Mettendo insieme informazioni e contatti abbiamo organizzato una vera e propria ricerca, nel cuore della pianura padana.
Siamo andati più volte sul Po alla fine dell’estate. Siamo stati accolti da amici e collaboratori speciali tra tranquilli paesini di case basse, pioppeti, grandi salici e ancora qualche vecchia quercia, in un’atmosfera che ricordava le avventure di Tom Sawyer lungo il Mississippi.

Abbiamo anche fatto un giro in barca, vedendo da vicino le piante e gli uccelli acquatici, il maestoso airone posato proprio poco sopra le nostre teste, immersi nel silenzio, nella vegetazione rigogliosa, senza traccia di persone per chilometri. Non ci dimenticheremo l’emozione del ritrovamento, la grandezza del vecchio albero semi sepolto, le motoseghe che tagliavano a fatica, il peso dei pezzi da trasportare e caricare.


Già a un primo sguardo il nostro tronco non sembrava appartenere semplicemente a una vecchia quercia. Tornati a casa l’abbiamo portato a tagliare in tavole dai nostri collaboratori, che non avevano mai visto nulla di simile. Dopo diversi mesi di stagionatura, preparandolo per fare i primi prototipi di gioielli, mi accorgevo che lavorare quel materiale era diverso… tutto confermava le mie intuizioni sulla sua età. Per la conferma definitiva abbiamo dovuto attendere ancora, il tempo delle analisi chimiche che avevamo richiesto su un campione.
Le analisi più precise sono quelle al Carbonio 14, che hanno confermato che il tronco prelevato si può datare intorno a 1500 anni prima di Cristo. Quindi certificato alla mano ha 3500 anni!

Senza considerare le centinaia di anni che un albero di quelle dimensioni poteva avere già vissuto. Parliamo dei tempi degli antichi Egizi, prima della fondazione di Roma (753 a.C.), prima che esistessero re e confini in tutta Europa questa quercia era già lì. Nel silenzio di una foresta imponente, immensa, che ricopriva l’Europa intera. Difficile da immaginare oggi. Ora ne abbiamo un testimone, un frammento di un altro mondo che ora appare un po’ più vicino, un po’ più reale. Anche perché non l’abbiamo acquistato su internet: per noi non è un prodotto, ma una antico albero che le acque hanno trasportato e custodito per secoli e secoli, finché noi non siamo riusciti a trovarlo.
Per valorizzare un materiale così particolare abbiamo pensato una prima collezione di gioielli con uno stile molto minimale, con il contrasto tra una base neutra e il bog oak, che risalta proprio come una pietra preziosa. Negli anelli abbiamo accostato questo raro legno a una resina acrilica, cioè all’acqua, senza solventi dannosi per l’ambiente, d’accordo con il suo significato ecologico, quello che una quercia vecchia di 3500 anni può sussurrare a chi la sa ascoltare. Finalmente abbiamo completato questo nostro lungo viaggio!
Sullo shop potete trovare i primi pezzi in serie limitata, che abbiamo chiamato “3500”.

Guarda i gioielli “3500” disponibili sul nostro shop
Clicca su un’immagine per vedere il gioiello sullo shop